08/02/15
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Causa chiede il blocco dell'acceleratore del C ern: «può provocare l'apocalisse»

Il Large Hadron Collider (Lhc), il più grande acceleratore di particelle al mondo in corso di completamento a Ginevra dal Cern, deve affrontare una minaccia inaspettata: è stato citato in giudizio in quanto «possibile causa di apocalisse e catastrofi cosmiche».
Infatti, Walter L. Wagner e Luis Sancho, come riporta il sito del New York Times, il primo ricercatore sui raggi cosmici all'Università di Berkeley (California) e il secondo autore e ricercatore sulla teoria del tempo, hanno ottenuto dalla corte federale delle Hawaii una richiesta di rinvio dell'accensione dell'Lhc, fino a quando non verrà prodotta dal Cern documentazione sufficiente per poter dichiarare l'acceleratore sufficientemente sicuro. I due ricercatori ritengono infatti che l'Lhc sia sufficientemente potente da poter generare al suo interno un "micro-buco nero", capace eventualmente di inghiottire l'intera Terra se non addirittura tutto l'universo.

Ovviamente, la richiesta di stop non è stata molto gradita dai responsabili del Cern di Ginevra. L'addetto stampa James Gillies ha infatti opinato che «una corte distrettuale alle Hawaii non dovrebbe avere il potere di bloccare una organizzazione intergovernativa europea come il Cern», sottolineando inoltre come «non ci sia nulla che faccia pensare che l'Lhc sia insicuro».
Tuttavia, anche tra altri scienziati il parere non è concorde. Secondo la teoria delle stringhe, esistono infatti effettivamente delle possibilità che all'interno del Large Hadron Collider si crei un micro buco nero, ma su quanto può succedere "dopo", gli scienziati si dividono.
Secondo il noto fisico Stephen Hawking, infatti, tali micro buchi neri sono destinati ad "evaporare" in brevissimo tempo, sviluppando unicamente una "nuvola" di radiazioni e particelle elementari, senza alcun danno pratico. Ma altri si riservano il privilegio del dubbio, come per esempio William Unruh dell'University of British Columbia, che fa notare come «la fisica potrebbe essere così bizzarra da non far evaporare i micro buchi neri. Ma deve essere -specifica Unruh- veramente bizzarra». Secco il commento di Michelangelo Mangano, fisico veronese al lavoro al Cern: «La possibilità che la terra sia inghiottita da un buco nero è troppo seria per essere trattata come pura stravaganza».

Il progetto del Large Hadron Collider è nato 14 anni fa, ed è finora costato 8 miliardi di dollari. Il nuovo acceleratore avrebbe dovuto entrare in funzione già dalla fine dell'anno scorso, ma a causa di un problema tecnico verificatosi il 6 aprile 2007, l'avvio è stato spostato a maggio di quest'anno.

http://www.wikio. it/news/A+ Ginevra?wfid= 51041708

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Il Cern finisce in tribunale
«Può distruggere la Terra»
Esposto contro l’acceleratore di particelle di Ginevra. Deciderà un giudice delle Hawaii

L’accusa: il buco nero creato dagli esperimenti inghiottirà l’intero pianeta. Gli esperti: ipotesi infondate MILANO — Il più grande e più costoso acceleratore del mondo costruito al Cern di Ginevra per decifrare la natura dell’Universo potrebbe non entrare in funzione nei mesi prossimi come stabilito per uno strano caso giudiziario nato, addirittura, alle Hawaii. Qui, due signori, Walter L.Wagner e Luis Sancho, hanno presentato un ricorso contro la supermacchina europea sostenendo che gli esperimenti immaginati «potrebbero creare un buco nero capace di mangiarsi la Terra e forse l’intero Universo». L’accusa è pesante. La Federal District Court di Honolulu, che non poteva ignorare l’esposto, ha avviato il 21 marzo il procedimento fissando un primo incontro con le parti il 16 giugno prossimo.
Uno dei due protagonisti, Wagner, ha un passato da fisico all’Università di California, ma laureatosi poi in legge ha preferito la vita tra i codici. Il personaggio è già noto alle cronache fisico-giudiziarie avendo intentato la stessa causa nel 1999 ad una macchina americana dei Bookhaven National Laboratory impegnata in ricerche analoghe ma ad energia più bassa. Di Luis Sancho, invece, si sa quel poco riferito da Wagner e cioè che studia la teoria del tempo e che vive in Spagna, forse a Barcellona. L’accensione imminente del Large Hadron Collider (Lhc) ginevrino costato 5 miliardi di euro ha offerto dunque all’americano l’opportunità di estendere la sua azione contraria a questo genere di studi in base ad un principio di grave pericolosità. Egli sostiene che gli scienziati non hanno indagato a sufficienza le conseguenze del loro futuro lavoro.
Il portavoce del Cern precisa che il tribunale di Honolulu non ha alcun potere per interdire le attività in Europa e che comunque già due indagini hanno dimostrato la sicurezza delle ricerche. Inoltre, per togliere ogni possibile dubbio residuo, una terza è in corso e sta per essere completata e sarà discussa il prossimo 6 aprile. Ma Wagner non si preoccupa delle affermazioni provenienti dalla Svizzera e si dice sicuro questa volta di arrivare ad un risultato. «Perché — spiega—al progetto collaborano anche il Fermi National Accelerator Laboratory e l’Energy Department americani fornendo dei magneti superconduttori. Quindi su di loro il tribunale federale può far sentire la sua azione bloccando di conseguenza la grande macchina». Egli chiede che il giudice ordini l’interruzione delle operazioni di accensione fino a che gli scienziati non produrranno un rapporto definitivo e dettagliato sulla sicurezza che a suo avviso «ancora non esiste».
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«Il Large Hadron Collider riproduce delle reazioni analoghe a quelle che accadono centomila volte al giorno in modo naturale quando i raggi cosmici piovono sull’atmosfera e mai nessun buco nero si è creato », ha dichiarato al New York Times Nima Arkani-Hamed dell’Institute for Advanced Study di Princeton. «È un’accusa infondata quella della possibile apocalisse scatenata dal nuovo acceleratore perché priva di dimostrazioni attendibili», nota Roberto Petronzio, direttore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Seicento fisici italiani dell’Istituto hanno partecipato alla costruzione dell’Lhc e ora saranno impegnati nelle ricerche. Negli Stati Uniti la guerra alla scienza e la fede nell’irrazionale, come dimostrano anche i nemici di Darwin, spesso finiscono davanti al giudice.
Giovanni Caprara

30 marzo 2008 (ultima modifica: 31 marzo 2008)
http://www.corriere .it/scienze_ e_tecnologie/ 08_marzo_ 30/il_cern_ puo_distruggere_ la_terra_ 681af234- fe33-11dc- a6ac-00144f486ba 6.shtml




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